Salesio Balsano, chi era costui? Ebbene, non tutti forse sanno che fu il primo sindaco della città di Palermo dopo la proclamazione dell’Unità d’Italia. Prima di lui infatti fu nominato nel 1860 da Giuseppe Garibaldi – ancora con il vecchio appellativo di “pretore” – Giulio Benso duca della Verdura. Ufficialmente dunque, il primo sindaco eletto dopo l’Unità italiana, deve essere considerato Salesio Balsano della Daina che ricoprì la carica per due volte, nel 1861 e nel 1866.
Era nato a Palermo nel 1818 da una famiglia baronale originaria di Vicari, che si era trasferita nel capoluogo siciliano subito dopo avere acquisito il titolo nobiliare nella seconda metà del ‘700. Partecipò ai movimenti rivoluzionari del 1848, e fece parte del Comitato presieduto dal principe Pietro Lanza di Scordia, che si occupò dell’istruzione pubblica, del commercio e dell’amministrazione. Era stato senatore nell’ultimo periodo borbonico, nonché governatore dell’ospedale San Saverio. Dopo l’Unità d’Italia, la prima elezione avvenne tra i moderati di maggior prestigio; a lui si devono la ristrutturazione degli uffici municipali, la riorganizzazione del dazio, che fino ad allora era stato controllato dalla mafia. Attento al rispetto delle leggi, licenziò 350 guardie accusate di corruzione, colte con le mani nel sacco.
Fu rieletto alla guida della città di Palermo nel 1866 quando ritornarono al potere i moderati. Egli dovette affrontare l’aumento dei prezzi, a causa della siccità che aveva colpito la regione nel 1867 con la chiusura di molti mulini ad acqua del territorio.
Ispirato da idee liberali in campo economico, politico e religioso, Balsano ricorse a soluzioni che favorirono la realizzazione di mulini a vapore per bloccare i prezzi del grano e della farina. Tuttavia non riuscì a evitare disagi alla popolazione che aveva bisogno dei generi di prima necessità in maggiori quantitativi.
Ai problemi di approvvigionamento si aggiunse l’epidemia di colera nel giugno dello stesso anno 1867 a causa della quale morì anche una figlia della stesso Balsano. L’amministrazione comunale si impegnò al massimo per arginare il morbo con interventi sanitari di emergenza.
Balsano in persona si occupò di soccorrere gli ammalati anche con l’aiuto di Stanislao Cannizzaro, che assunse la direzione dell’Ufficio Sanitario. Condusse un’azione di aiuto per la popolazione disagiata cercando di distruggere edifici pericolanti e coprendo alcuni fossati – vere e proprie fogne all’aperto, focolai infettivi – che circondavano il Castello a Mare. Quando il pericolo fu passato, si continuarono i lavori per la costruzione del Politeama, iniziati alla fine del 1866 su progetto dell’architetto Giuseppe Damiani Almeyda. Egli si occupò della sistemazione di alcune strade istituendo anche un servizio di manutenzione e favorendo così l’espansione urbanistica della città. Nel campo dell’istruzione si limitò a migliorare la sistemazione delle scuole con l’utilizzazione degli ex conventi.
Sono trascorsi più 150 anni, l’esempio di questo galantuomo merita un’attenta riflessione sulla situazione odierna. C’est la vie.

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