Una passione coltivata quasi in sordina, poco nota ai lettori di Gesualdo Bufalino: la musica jazz.
Di questo argomento si occupa appunto l’interessante pubblicazione a cura di Giuseppe Sole, “Bufalino e il jazz-discografia di una collezione”, Edizioni Salarchi Immagini, Quaderni della Fondazione Gesualdo Bufalino.
Si tratta di un’immagine inedita dello scrittore siciliano, che nell’intimità della sua casa, amava collezionare dischi di jazz a 78 e 33 giri, un interesse per lo swing e per un genere musicale raffinato e insolito per un intellettuale poco tradizionale e ricco di sorprese.
Personaggio schivo e riservato, Bufalino approfondisce e si appassiona al jazz con entusiasmo e competenza. Pur vivendo in una provincia siciliana lontana dagli echi dei concerti jazz, egli ebbe modo di esprimere al massimo la sua passione attraverso i dischi e l’ascolto radiofonico.
Aperto a forme di conoscenze culturali vaste e poliedriche del mondo moderno, come il cinema, oltre che il jazz, le competenze del narratore di Comiso, sono al di là di ogni aspettativa, e molto più di tanti esperti del settore, come giustamente evidenzia nella prefazione del libro, il direttore scientifico della Fondazione Bufalino, Nunzio Zago.
Il curatore del volume, Giuseppe Sole, sottolinea come il jazz sia stato un fenomeno musicale che ha affascinato molti scrittori europei e d’oltreoceano, che, contagiati da questa passione, hanno lasciato nei loro scritti testimonianze evidenti del loro interesse per il jazz.
Anche gli italiani non sono stati insensibili a quel genere musicale, come Mario Soldati o Cesare Pavese, e tra i più recenti narratori, Alessandro Baricco.
A differenza di molti letterati, l’interesse di Bufalino, non è soltanto mero fervore dilettantistico, ma si può considerare una vera e propria conoscenza da studioso del settore, anche se egli amava definire solo curiosità intellettuali tutti i suoi interessi culturali, tra i quali rientra anche il jazz.
Egli appare come un grande e raffinatissimo critico musicale che dimostra una conoscenza approfondita degli strumenti usati nel mondo jazzistico, riuscendo a creare suggestive immagini estetiche nelle definizioni che egli riesce a dare delle esecuzioni dei grandi interpreti, come Louis Armstrong, Cootie Williams, Duke Ellington, per citare solo alcuni dei suoi preferiti.
Bufalino rivela un’eccezionale versatilità critica, come si evince da questa indovinata descrizione: “Agri timbri, malinconiche velature (come di pioggia lunga su una periferia di gatti randagi e bidoni) nei pezzi cicagoani, sul cadere degli anni Venti, di Red McKenzie e compagni. Senonché d’improvviso di tra le nuvole spunta un sole: Coleman al sassofono tenore…”
La cospicua collezione di dischi, che si può definire “storica”per gli esemplari anche rari che contiene, specialmente quella dei 78 giri, è catalogata dal curatore dell’opera con un’attenta analisi descrittiva. A corredo esiste un’appendice con una serie di tavole illustrative dei principali e più significativi pezzi della raccolta.

Your email address will not be published. Required fields are marked *



You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>