La Fondazione Famiglia Piccolo di Calanovella si trova a Capo d’Orlando, amena cittadina balneare che si affaccia sul mar Tirreno, a nord della costa siciliana, a metà circa del percorso sull’asse che congiunge Palermo a Messina.

La sede della Fondazione è una villa che domina da un promontorio, una verde valle, degradante verso il mare, dove si estende la moderna Capo d’Orlando. Per la magnifica posizione, si gode uno splendido panorama che spazia in largo; da qui si scorgono le isole Eolie, che si stagliano sull’orizzonte, dai colori cangianti su una vasta scala di tonalità, dal verde chiaro al grigio scuro, dal blu vivido, all’amaranto dai riflessi viola, secondo le condizioni climatiche, la posizione del sole e l’alternanza delle stagioni. A volte è possibile assistere allo spettacolare effetto ottico della “Fata Morgana”, in particolari condizioni atmosferiche, quando le sagome scure delle isole sembrano incombere vicine sullo sfondo, mentre il mare assume una tonalità verde smeraldo.

L’edificio risalente ai primi anni del Novecento, presenta una linea architettonica sobria ed elegante, seguendo i canoni stilistici delle case di campagna dell’aristocrazia siciliana di fine Ottocento, con doppio scalone d’ingresso, un impianto molto semplice e quasi severo. Questa fu la dimora della maturità e della vecchiaia del poeta Lucio Piccolo che qui visse assieme alla madre e ai fratelli Casimiro e Agata Giovanna, fino alla morte, che lo colse prematuramente nel 1969, a soli sessantanove anni, per un attacco cardiaco.

Forse oggi la Fondazione non sarebbe esistita, se non ci fosse stata alle spalle una storia tormentata ed avventurosa. Ma è bene andare per ordine. Gli abitanti di Villa Piccolo sono discendenti da una nobile famiglia appartenente alla migliore aristocrazia siciliana, ricca di tradizioni e di storia.

Il capostipite è Casimiro che sposa Agata Moncada Notarbartolo, vedova con due figli. Dal matrimonio nascono Giuseppe e Teresa. Giuseppe Piccolo, erede maschio sposa Teresa Tasca Filangeri di Cutò, figlia della principessa Giovanna Filangeri di Cutò. Questa, giovane ereditiera appena diciassettenne, aveva sposato nel 1867 Lucio Mastrogiovanni Tasca Lanza conte d’Almerita, il quale era riuscito a ricostituire il dissestato, se pure enorme, patrimonio della moglie. Dalla loro unione erano nati Alessandro,  Beatrice (madre dello scrittore Giuseppe Tomasi di Lampedusa), Teresa, Nicoletta, Maria, Giulia. Pia, un’altra figlia, era morta a dodici anni per un attacco di meningite. Il suo corpo era stato imbalsamato.

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