Le origini della mitologia siciliana
La nascita del mito in Sicilia è sicuramente da ricercare già nel Paleolitico. I famosi graffiti della grotta dell’Addaura sul monte Pellegrino a Palermo, rappresentanti una complessa scena di animali e figure umane, che riconducono ad un episodio di caccia, forse collegato a rituali magici, ne sono un esempio emblematico. In questa rappresentazione così arcaica, sono già presenti elementi religiosi. Il Neolitico, con la civiltà di Stentinello (villaggio vicino a Siracusa), presenta caratteri nuovi, sia per influssi orientali, sia perché le genti si dedicano all’allevamento e alla navigazione. L’epoca è da collocare tra la fine del V e l’inizio del IV millennio a. C. In questo periodo, caratterizzato da ceramica impressa a crudo, si diffonde il simbolo dell’occhio anche stilizzato, forse in riferimento a culti solari. Una svolta molto importante è la pratica dell’agricoltura che segna un momento fondamentale nelle comunità preistoriche. Il culto della Madre Terra, è uno dei… leggi tutto
Giuseppe Pitre’
Nella primavera di quest’anno ricorre il centenario della morte di tre grandi siciliani che hanno rappresentato un punto di riferimento per la cultura isolana. Si tratta di Salvatore Salamone Marino, Giuseppe Pitre’, Gioacchino Di Marzo. Ciascuno di loro ha contribuito notevolmente a diffondere la conoscenza delle tradizioni siciliane, a conservarne la memoria nel tempo. È opportuno illustrare per ognuno di loro quali furono i meriti che li distinse. In questo primo intervento si parlerà di Giuseppe Pitre’, forse il più noto dei tre, anche perché oggi esiste l’omonimo museo a Palermo da lui fondato. Giuseppe Pitre’ nasce a Palermo il 21 dicembre del 1841. Era figlio di un marinaio che morì di febbre gialla in America a New Orleans dove era emigrato. Rimase orfano giovanissimo. Apparteneva a una famiglia modesta che tuttavia non trascuro’ la sua educazione. La madre infatti gli inculco’ principi ispirati alla libertà. Nel 1860, allo scoppio… leggi tutto
Pirandello e lo zolfo
Dovendo parlare dello zolfo, non si può prescindere dall’importanza culturale che esso ha rappresentato per gli scrittori siciliani, come ad esempio per il grande Luigi Pirandello. Bisogna considerare due aspetti: uno riguarda il territorio, il bacino solfifero, le vie di comunicazione per il trasporto dello zolfo, il molo di Porto Empedocle, la linea ferrata Palermo-Agrigento; l’altro è incentrato sull’attività della famiglia di Pirandello, sulla gestione delle miniere e nel commercio dello zolfo. In molte novelle pirandelliane lo zolfo è motivo ispiratore. La miniera ed il suo mondo fanno da sfondo alla produzione letteraria di Pirandello. Fu grazie proprio ai proventi ottenuti con la gestione di miniere da parte del padre, che il giovane Luigi potè studiare fuori. L’improvviso dissesto finanziario fu causato a seguito dell’allagamento della zolfara gestita dal padre Stefano. A questo punto Luigi, costretto dalle circostanze, deve procurarsi da vivere scrivendo. La letteratura diventa dunque una scelta obbligata… leggi tutto
Le carrozze a Palermo
Tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento era il tempo in cui le leziose dame palermitane sulle loro elegantissime carrozze, percorrevano le polverose strade cittadine, e questo mezzo di trasporto era ancora in auge quando nel periodo della Belle Epoque, Franca Florio bellissima e ammirata, regina del bel mondo dell’aristocratica società palermitana, attraversava in carrozza la città dominata dal liberty imperante. Quando si diffuse la carrozza a Palermo? Il Settecento rappresenta un grande momento per lo sviluppo delle carrozze a Palermo. Prima di allora, anche per la struttura stessa del tessuto viario urbano ed extraurbano, venivano impiegate soltanto portantine e lettighe, oltre alle tradizionali cavalcature. Le prime carrozze furono importate in Italia dall’Ungheria all’inizio del XVI secolo. A Palermo la prima fu portata dal reggente Vincenzo Percolla, secondo il marchese di Villabianca, nella prima metà del XVII secolo, tuttavia, dal “libro di cassa” del banchiere Nicolò Gentile, risulta… leggi tutto
A proposito dei Fasci Siciliani. Lettera di Mario Rapisardi a Napoleone Colajanni
Catania, 10 Febbraio 94. Carissimo Napoleone Colajanni, I tumulti recenti della Sicilia hanno, per le origini e gli effetti loro, una importanza sociale, che la facilità onde sono stati repressi non parrebbe loro concedere. Tu che li hai osservati con occhio di filosofo, moderati con accorgimento d’uomo politico e con cuore di cittadino, fai bene di consegnarli alla storia con quella serenità di giudizio, che alle coscienze intemerate non è difficile mantenere nei momenti più tempestosi e fra le passioni più vive. Due principali verità risultano, a parer mio, dalla notizia sincera dei fatti: la indipendenza dei moti siciliani da qualunque opera di partito, e la prepotenza d’un governo che vuol parer forte e non è. Non che essere eccitate e preparate dai socialisti, a me pare che, le ribellioni, determinate unicamente dalle condizioni specialissime dell’isola, dagli arbitri feudali dei proprietari, dalla spietata ingordigia delle amministrazioni, dalla miseria ineffabile dei… leggi tutto
I Fasci Siciliani
I Fasci siciliani furono un movimento di massa di ispirazione democratica e socialista, nato in Sicilia tra il 1891 e il 1893. Di essi fecero parte il proletariato urbano, braccianti agricoli, minatori ed operai industriali, artigiani, piccoli borghesi e una percentuale non indifferente di donne e ragazzi. Il movimento si sviluppa inizialmente nella parte orientale dell’isola, infatti il 1 maggio 1891 viene costituito il Fascio di Catania. A quel punto si ha una rapida diffusione in tutta la Sicilia, specialmente dopo la costituzione del fascio di Palermo, il 29 giugno 1892, con a capo Rosario Garibaldi Bosco e su modello della Camera del lavoro di Parigi Il 20 gennaio 1893 a Caltavuturo (PA) soldati e carabinieri sparano senza preavviso su una folla di 500 contadini di ritorno dall’occupazione simbolica di terre di demanio (13 morti). Nel maggio del 1893 si svolge il congresso di Palermo: partecipano 500 delegati di quasi… leggi tutto
Gesualdo Bufalino e la sua collezione di dischi
Una passione coltivata quasi in sordina, poco nota ai lettori di Gesualdo Bufalino: la musica jazz. Di questo argomento si occupa appunto l’interessante pubblicazione a cura di Giuseppe Sole, “Bufalino e il jazz-discografia di una collezione”, Edizioni Salarchi Immagini, Quaderni della Fondazione Gesualdo Bufalino. Si tratta di un’immagine inedita dello scrittore siciliano, che nell’intimità della sua casa, amava collezionare dischi di jazz a 78 e 33 giri, un interesse per lo swing e per un genere musicale raffinato e insolito per un intellettuale poco tradizionale e ricco di sorprese. Personaggio schivo e riservato, Bufalino approfondisce e si appassiona al jazz con entusiasmo e competenza. Pur vivendo in una provincia siciliana lontana dagli echi dei concerti jazz, egli ebbe modo di esprimere al massimo la sua passione attraverso i dischi e l’ascolto radiofonico. Aperto a forme di conoscenze culturali vaste e poliedriche del mondo moderno, come il cinema, oltre che il… leggi tutto
Il primo sindaco di Palermo
Salesio Balsano, chi era costui? Ebbene, non tutti forse sanno che fu il primo sindaco della città di Palermo dopo la proclamazione dell’Unità d’Italia. Prima di lui infatti fu nominato nel 1860 da Giuseppe Garibaldi – ancora con il vecchio appellativo di “pretore” – Giulio Benso duca della Verdura. Ufficialmente dunque, il primo sindaco eletto dopo l’Unità italiana, deve essere considerato Salesio Balsano della Daina che ricoprì la carica per due volte, nel 1861 e nel 1866. Era nato a Palermo nel 1818 da una famiglia baronale originaria di Vicari, che si era trasferita nel capoluogo siciliano subito dopo avere acquisito il titolo nobiliare nella seconda metà del ‘700. Partecipò ai movimenti rivoluzionari del 1848, e fece parte del Comitato presieduto dal principe Pietro Lanza di Scordia, che si occupò dell’istruzione pubblica, del commercio e dell’amministrazione. Era stato senatore nell’ultimo periodo borbonico, nonché governatore dell’ospedale San Saverio. Dopo l’Unità d’Italia,… leggi tutto
Pensieri in libertà
Spesso la solitudine è la migliore compagna per riflettere (Anna Maria Corradini) Capire gli altri non significa che abbiano ragione (Anna Maria Corradini) Solo due cose sono infinite: l’universo e la stupidità umana e non sono sicuro della prima. (Einstein) “Quanto manca alla vetta ?” “Tu sali e non pensarci! ” (Nietzsche) Il dubbio non è piacevole, ma la certezza è ridicola. Solo gli imbecilli son sicuri di ciò che dicono. (Voltaire) Dio ci ha dato due orecchie, ma soltanto una bocca, proprio per ascoltare il doppio e parlare la metà. (Epitteto) Essere libero è nulla, divenirlo è cosa celeste. (Fichte) Tutto è follia fuorché il folleggiare. Tutto è degno di riso fuorchè il ridersi di tutto. (Leopardi) Non si piange sulla propria storia, si cambia rotta. (Spinoza) La gente esige la libertà di parola per compensare la libertà di pensiero, che invece rifugge. (Kierkegaard) Non è il caso né… leggi tutto