Antonio Salinas: il direttore
Una lettera aperta scritta di pugno da Antonino Salinas, allora direttore in carica del museo Nazionale di Palermo, fu pubblicata sul quotidiano locale cittadino nel lontano dicembre del 1876. L’esimio professore ringraziava l’abate Isidoro Fiorino per aver donato al museo palermitano dei manufatti antichi, che aveva trovato nella sua villa nel comune di Isnello.
La lettera datata 24 dicembre 1876, viene riportata integralmente:
“Il sottoscritto compie il debito di significare alla S.V. Ill.ma i suoi ringraziamenti pel dono fatto a questo Museo, di una piccola pietra polita con buco nella parte superiore, dalla S.V. rinvenuta sul suolo nella sua Villa Baronia, Comune di Isnello, e di una pierreale di argento di Giovanni d’Aragona. Questo Istituto intento a raccogliere i monumenti dell’arte, non può trascurare di mettere assieme una classe di oggetti che van ritenuti tra i primi prodotti dell’industria umana. A tal fine si è incominciata una collezione dove figurano le armi e gli utensili di pietra, i vasi di terracotta, e tutto ciò che va ora compreso sotto il titolo di arte preistorica. In quella collezione avrà posto la piccola pietra dalla S.V. gentilmente donata. Ma di maggiore importanza è al certo l’altro suo dono del pierreale d’argento del re Giovanni. Il Museo di Palermo nella sua collezione delle monete dei re di Sicilia, possedeva già di quel monarca una bella moneta d’oro, ma difettava di un esemplare d’argento così grande come il suo; sicchè, se ora possiede quel pezzo, lo deve alla liberalità della S.V. Il Direttore: A.Salinas”
Bisogna ricordare che il Salinas, a cui è intitolato il museo di Palermo, proprio perché fu da lui quasi integralmente creato, di cui egli fu direttore, era nato nel 1841 e morì nel 1914. Fu rinomato archeologo e numismatico, a soli 26 anni gli fu attribuita la cattedra di archeologia all’Università di Palermo, fu preside della facoltà e rettore dell’Università. Era stato sottotenente al seguito di Garibaldi al Volturno e a Capua. Viaggiò spesso all’estero per i suoi studi, come in Francia, Germania, Grecia. Proprio qui fu il primo ad illustrare i monumenti sepolcrali del Ceramico di Atene. Durante tutta la sua vita scrisse più di cento opere di grande rilevanza storica ed archeologica sugli scavi da lui condotti in Sicilia, a Selinunte, Solunto, Mozia, Agrigento.
Questa lettera scritta da lui e pubblicata sul Giornale di Sicilia quasi centotrent’anni fa, proprio mentre rivestiva la carica di direttore del museo a lui poi intitolato, è una testimonianza importante per la storia culturale della città.