Alla fine dell’Ottocento uno dei quartieri più poveri della città era quello dell’Albergheria. Tuttavia qui la gente trovava il modo di divertirsi e di organizzare feste religiose di una certa importanza visto che sul Giornale di Sicilia del 1894, fu pubblicato un articolo sulla bellissima festa del Carmine, svoltasi appunto in quella zona, con grande partecipazione di innumerevoli devoti e di un popolo acclamante, così come è scritto:

Dopo il grande, il piccolo festino dell’Albergheria, come volgarmente si chiama la festa del Carmine. Per le vie che sono attorno alla chiesa del Carmine, fin da iersera è una grande animazione di gente che sfida impavida i calori di questo scorcio di mese, e passeggia per quelle strade e per quei vicoli luridi –veri formicai umani-come se prendesse il fresco alla Marina o al Giardino Inglese.

Uomini e donne, con gli abiti nuovi fiammanti, e coi volti lucidi e rubicondi dal vino che si trasforma in sudore, stanno a girare sfiniti, con l’aria intontita, agitando macchinalmente il ventaglio sul petto, con fare stanco, orientalesco. Intanto dalle infinite bettole, che sciorinano innanzi le porte i prodotti delle proprie cucine, vien fuori un odore nauseante, che insieme al caldo del tempo e delle luminarie, avvolge come in una nube tutti i passanti.

Da piazza Ballarò fino a un certo punto di via Castro, è una fuga di grandi archi a gas, che offrono uno spettacolo fantastico, insieme alla miriade di palloncini multicolori che pendono dai balconi, dalle porte dei catodi e delle botteghe-queste ultime, quelle dei fruttaioli, in specie, addobbate gaiamente.

Mezza città-perché così vasto è il quartiere dell’Albergheria-oggi è in festa. Questa sera, dietro il simulacro della Madonna del Carmine, trarrà un’immensa popolazione osannante. La processione durerà dalle 5,30 a mezzanotte, senza uscire dal mandamento, passando per quel labirinto di strade e di vicoli gremiti di gente, che mangia e beve all’aperto e paga il suo tributo di gaudio a questo secondo festino.

Il simulacro sarà scortato da un drappello d’onore di cantonieri in grande tenuta, concesso dal municipio.”

In questo articolo viene descritto un affresco della Palermo di fine Ottocento. Un avvenimento che addirittura è paragonato al festino di S.Rosalia! L’autore descrive con dovizia di particolari il mondo delle tradizioni religiose in un quartiere della città molto degradato. La gente vive con poco o addirittura è costretta a una vita grama e triste, abitando in dimore buie e malsane. Tuttavia il giorno dedicato alla festa del Carmine, ognuno cerca di estraniarsi dalla cruda realtà per pensare unicamente all’organizzazione di quella splendida festività, che può essere seconda solo al festino della patrona della città. Dall’alba alla notte, uomini e donne, con i loro migliori abiti, impazzano per i “vicoli luridi” dimenticando la triste quotidianità, annegando nel vino la voglia di divertirsi e di dedicare un intero giorno alla festa della Madonna.

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